Caro Evan Hansen di Val Emmich, Steven Levenson, Benj Pasek e Justin Paul
Buongiorno Books Lovers,
finalmente, dopo troppo tempo, sono riuscita a togliere Caro Evan Hansen dai libri che avevo in lettura e posso finalmente parlarvene.
Caro Evan Hansen ha tutto ciò che serve ad un libro per essere considerato un buon libro. Si potrebbe pensare che quattro teste per creare una sola storia siano troppe e invece Val Emmich, Steven Levenson, Benj Pasek e Justin Paul insieme hanno fatto un ottimo lavoro.
Sono sincera con voi, ci ho messo tanto a leggerlo perché in questo periodo sono usciti così tanti libri interessanti e l’ho messo da parte per un po’ perché ero arrivata a quello che probabilmente era l’unica parte del libro che mi ha annoiata diciamo, togliendomi la voglia di continuare, ma sono molto contenta di averlo ripreso in mano e aver completato questa lettura rinfrescante.
I nostri protagonisti sono appunto Evan Hansen e Connor Murphy, due persone completamente diverse tra loro, e secondo me sono proprio queste differenze a renderli simili, non so se avete capito. Hanno due caratteri, due personalità completamente diversi, però allo stesso tempo sono entrambi emarginati, senza amici ed è proprio questo fattore che farà credere a tutti che prima che Connor scomparisse fossero legati, anche perché la firma di Connor era l’unica che Evan aveva sul gesso del braccio rotto.
Insomma, le tematiche di questo libro sono ben comprensibili, l’invisibilità, l’amicizia, il suicidio, e il modo in cui vengono espresse queste tematiche è molto forte. Alla fine mi sono quasi pentita di non averlo letto tutto d’un fiato la prima volta che l’ho preso in mano. Non si poteva pretendere di più da questo libro. Spesso durante la lettura ho cercato di immaginarlo come musical, ma probabilmente vederlo dal vivo sarebbe totalmente diverso da come lo vedo nella mia immaginazione.
La lettura è mirata agli adolescenti, ma secondo me non guasterebbe affatto farlo leggere agli adulti e farli entrare nella psicologia degli adoloscenti. Anche se tutti sono stati adolescenti a volte tendono a dimenticare le sensazioni che si provano a quell’età e quindi sarebbe un bel modo per riportare alla mente che non è un età facile per i ragazzi che si sentono sempre sotto analisi, sempre al centro dell’attenzione quando in realtà non è così.