Review Party – La città di ottone di S. A. Chakraborty
Ciao Books Lovers,
dopo tanti spostamenti di data per l’uscita di questo splendido libro eccomi finalmente qui con la recensione. E dire che per me La città di ottone è stata una delle migliori letture del 2020. Tutto grazie a Mondadori e Oscar che ci hanno permesso di leggere il titolo in anteprima.
Avete seguito il Blogtour vero? Spero per voi che non vi siete persi nemmeno una tappa perché se avrete intenzione di leggere il libro le tappe del blogtour vi serviranno come linea guida durante la lettura. Con questo non sto dicendo che il libro non si capisce da sé, anzi credo sia uno dei libri più chiari e assuefacenti che io abbia letto in questi ultimi mesi.
Devo essere sincera mi sarei aspettata più azione visto come è iniziato il libro e tutte le difficoltà che Nahri e Dara hanno dovuto superare per arrivare a Daevabad, ma nonostante dopo non ci sia stata tutta quell’avventura è stato bello vedere crescere Nahri, scoprire di più sul suo passato, sulla sua famiglia e sulle responsabilità che ora come ultima Nahid cadono su di lei.
Se non avete seguito le tappe comunque vi parlo un po’ io dei personaggi e della trama. Nahri è una ragazza orfana che vive a Il Cairo. Si guadagna da vivere nel suo piccolo negozietto imbrogliando i ricchi e guarendo i bisognosi. Fare la guaritrice è un suo dono insieme ad altre abilità e il suo sogno sarebbe quello di andare ad Instambul e studiare per diventare medico.
Ma un giorno, durante un rituale finto, succede l’inimmaginabile. Senza volerlo ha risvegliato un demone e richiamato un Djinn. Ed è proprio in questo momento, quando incontra Dara che la sua vita cambia. In meglio o in peggio è ancora da decidere. Inizia così il loro viaggio verso Daevabad. A quanto pare lei è una mezzosangue, almeno così pensa Dara date le sue abilità. L’ultima dei Nahid. Ma a Daevabad, di fronte ai principi, al re e a tutti i Djinn capirà di essere molto di più di una mezzosangue, e ormai non può più tornare indietro.
La vita di Nahri è cambiata, e per quanto Dara possa sembrare a suo agio in mezzo alla sua gente, lui non ha più niente di simile a loro.
Da poco prima della metà fino alla fine come dicevo prima l’azione subirà dei rallentamenti, ma nella lettura non mi sono mai stancata. Non ho mai avuto quella voglia di mettere giù il libro perché non stava succedendo niente di interessante. Siamo sempre nella corte di Daevabad e quando si parla di famiglia reale c’è sempre qualcosa di interessante di mezzo. E i capitoli si dividono tra Nahri e Ali, il principe, quindi c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, qualcosa di nuovo su cui indagare.
Ma una cosa la devo dire. L’autrice è stata molto crudele a mettere una certa rivelazione alla fine del libro che mi ha lasciata senza parole. Quando Nahri è arrivata a corte ho pensato che il consigliere del Re avesse avuto a che fare con la morte della madre di Nahri, ma in realtà la questione è ancora più complicata e misteriosa di così.