Il sacerdote di Ossa di Peter McLean
Ciao Books Lovers,
oggi ho una recensione molto negativa, la prima in assoluto nel blog. Di fatti, non credevo nemmeno di avere l’immagine del rating di una stella, non ho mai avuto l’occasione di usarla, e invece era lì, in attesa che il suo turno arrivasse. Alla fine l’occasione si è presentata con Il sacerdote di Ossa di Peter McLean edito Fanucci, che nonostante tutto ringrazio infinitamente per la copia.
Ho provato a leggerlo, ho provato a sforzarmi di non tenere conto di tutti i dettagli che non mi piacevano per spingere me stessa ad arrivare alla fine di questo libro, ma lo stesso non ce l’ho fatta. Credo che il sacerdote di ossa sia il primo libro dopo due anni o più che non riesco a finire, mi sono fermata a circa pagina 200, ma sono arrivata fino a lì molto forzatamente, a volte saltando anche i pezzi più, a mio parere, brutti.
Vi dico che già dall’inizio, dalle prima tre pagine, questo libro mi ha fatto dire no. Ho continuato perché comunque lo dovevo alla ce che è stata tanto gentile da fornirmelo, su mia richiesta. Dalla trama era sembrata una storia interessante, nei miei canoni, perfetta per l’estate. Un high fantasy con cui staccarsi un po’ dalla realtà. Ma già dalla prima pagina il linguaggio rude, forte, volgare, pieno di parolacce, e espressioni lessicali poco consoni, e il tentato stupro a pagina due… avrei voluto concludere la lettura già da lì. Pensandoci però, come si può valutare un libro dalle sole prime pagine? Quindi ho continuato col capitolo due, tre, quasi fino alla fine, finché non ho notato che la situazione non cambiava. Non mi è piaciuto nessuno dei personaggi, non c’è stato niente in questo libro che mi potesse far dire che ha del potenziale, e alla fine ho mollato.
Ho preferito dedicarmi ad altre letture che sapevo avrei apprezzato meglio. Prima di questo ho provato a finire, per l’ennesiam volta, Kiss me like you love 2 di Kira Shell, non ce l’ho fatta nemmeno per quello, ma per quello posso dire che ha potenziale, posso dire che mi piace, è solo che c’è qualcosa che non mi spinge a continuare. Per il sacerdote di ossa, purtroppo, è stato un non amore a prima lettura.
Non mi era mai, mai successo di avere certi sentimenti verso un libro, non so nemmeno come comportarmi in questa recensione. Ho visto, anche su goodreads, che a molte persone è piaciuto. A quanto pare ogni lettore è differente, e dopo tanti anni di blog e di letture alle spalle ho trovato anche io quel libro del quale non ho apprezzato nemmeno una parola.
Comunque, proprio perché a me non è piaciuto, se voi la pensate diversamente, fatemelo sapere nei commenti, apprezzerei davvero di sentire pareri differenti dal mio. 🙂
Il sacerdote militare Tomas Piety e il sergente Bloody Anne tornano a casa dopo la fine della guerra. Ma le cose sono cambiate mentre erano altrove: l’impero criminale di Piety gli è stato sottratto e la gente di Ellinburg – la sua gente – ha esaurito il cibo, la speranza e i luoghi dove nascondersi. Tomas si propone di reclamare ciò che era suo con l’aiuto di Anne, suo fratello, Jochan, e la sua banda, i Devoti. Ma quando si trova di nuovo trascinato in una rete di intrighi politici tutto si complica. Mentre i Devoti combattono infiltrandosi nelle taverne, nei bordelli e nelle bische della vecchia città di Tomas, a ognuno di loro diventa chiaro che la guerra è solo all’inizio.
Il sacerdote di ossa è il primo libro della trilogia Il trono di rose e può essere definito come un fantasy grimdark gangster, unico nel suo genere che, come scrive Mark Lawrence, “ha una prosa potente e una trama abilmente intrecciata… è un libro pieno di carisma”.