Buon fine settimana a tutti,
perdonate il grande ritardo con cui arriva questa recensione, ma sfortunatamente sono anche molto in ritardo sulla mia tabella di marcia per la TBR di questo mese, infatti No Good Deed, nonostante io sia anche ad un buon punto con ACOWAR, è l’unico libro che sono riuscita a completare in questo mese, anche se ormai Agosto è agli sgoccioli e io ho tanti, troppi libri da leggere e recensire, soprattutto adesso che anche gli editori stranieri hanno iniziato ad inviarmeli.
Comunque direi di immergerci nella recensione di No Good Deed di Kara Connolly, pubblicato dalla Penguin random house e inviatomi in formato ARC (Advanced Reader Copy) o meglio, una copia a cui è vietata la vendita che viene inviata ai lettori in cambio di recensione.
No Good Deed è il retelling, la rivisitazione, di una storia che molto probabilmente tutti noi conosciamo e adoriamo, quella di Robin Hood.
Ellie, la protagonista, è un’arciera professionista del ventunesimo secolo che si è recata a Nottingham insieme ai suoi genitori per prendere parte alle qualificazioni per le olimpiadi.
Dopo la gara decide di andare a fare un giro nel castello, e lì, camminando nei sotterranei, in dei tunnel oscuri e pieni di ratti, viene trasportata indietro nel tempo, durante il regno di Re Riccardo cuor di leone.
Lei non capisce cosa le sia successo, crede sia semplicemente una rappresentazione per i turisti, ma ben presto capisce che quella non è la sua epoca e il suo obbiettivo è quello di tornare a casa.
Durante questo suo viaggio incontrerà tutti i componenti della vera gilda di Robin Hood. Per primi incontrerà Much e Fra’ Tuck che le salveranno la vita; poi Little John e Will Scarlett ed infine Alan-a-Dale che chiederà a tutti loro un grande favore.
Tutti insieme, dopo aver preso parte a questa missione, sono costretti a prenderne parte ad un altra, quella di scovare un assassino che ha attentato la vita al principe giovanni. Ellie a questo punto si fa chiamare da tutti Robin Hood.
Ma quando la faccenda diventa intrigante, dopo avere trovato l’assassino, lei capisce che è ora di tornare a casa, quindi dopo aver salutato tutti, lasciando per ultimo l’affascinante James/Fra’ Tuck, ritorna nel suo tempo dove c’è suo fratello ad aspettarla insieme ad un suo affascinante amico che le ricorda tanto James.
Io adoro i retelling, e questo mi ha fatto assaporare la storia di Robin Hood dalla prospettiva di una donna e non di un uomo. L’inglese non era né facilissimo, né difficile, quasi accessibile a tutti e poi la scrittura di Kara ti costringe a continuare la storia a tutti i costi, senza fermarti.
Questa lettura è stata una boccata d’aria fresca per cui ho dato 5 stelline su goodreads, e ringrazio l’editore per avermelo gentilmente inviato.
Vi ricordo di seguirmi sui social e rimanete collegati al blog per tutte le novità.
A presto,
Miriam
Citazione dal libro:
“Just call me Robin Hood.”